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Marosia Castaldi: A vivere si impara |
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Le cicale e le formiche |
13 maggio
2004 |


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Ho tanta paura di dimenticare che dissemino per casa dappertutto: sulla credenza, sulla scrivania, dentro la borsa, almeno tre foglietti al giorno con su scritte le cose che ho da fare, del tipo: “Comprare le banane – telefonare a Caio – finire di preparare corso – mail – prendere Giulia a scuola - pagare refezione- telefonare elettricista”. I tre biglietti sono tutti uguali! Se una sola cosa manca da qualcuno, cerco disperatamente l’altro per vedere se ho dimenticato qualche cosa. Insomma, nella vita quotidiana sono condannata ad essere formica. Sono schiava di me stessa. Ci sono persone che dimenticano di fare da mangiare ai figli. A volte penso che hanno ragione loro. Quando faccio una cosa che mi appartiene veramente, come camminare senza pensare a niente, scrivere ( anche se mi fa star male) oppure andare a cinema, allora divento una cicala. Divento libera dal domani, dalle cure, dall’affanno. Anche per te è così? Anche per te c’è una gabbia di ferro dentro la tua vita in cui sei una formica e un’area libera in cui sei una cicala? O sei sempre cicala? O sei sempre formica? Mi racconti?
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I vostri commenti
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Il commento di maria |
16 maggio
2004 |


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Mi sono molto riconosciuta nella tua descrizione.Sono chiusa nella gabbia del lavoro(scuola),delle pulizie di casa,della spesa,dei problemi di una sorella ammalata.Respiro,come te,quando leggo,scrivo,vado al cinema,passeggio liberamente senza meta.Il problema,però,è che come formica mi porto dietro e dentro la cicala e viceversa.Non riesco mai ad immergermi nelle occupazioni quotidiane senza insofferenza,nè a godermi la libertà senza sentirmi un po' in colpa.
Sono totalmente e liberamente cicala solo quando mi innamoro e mi sento ricambiata.....ma ormai non capita da parecchio tempo..... |

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