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C'est Super! Il blog sul bien vivre di Piersandro Pallavicini |
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2009 cool, glam e cheap: a cominciare da una cena al Magorabin |
30 dicembre
2008 |


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Ristorante Magorabin, C.so S. Maurizio 61/B – Torino – 011.812 68 08 – chiuso la domenica – www.magorabin.com – Voto 9/10
Premessa e pentimento 2009. Glam Cheap è il titolo di un bellissimo romanzo di Lisa Corva ed è anche una bella keyword per prepararsi all’anno che viene. “Cheap & Cool” è l’etichetta applicata invece a una delle tendenze, o brutalmente “mode”, di questi ultimi tempi, ma è un altro modo di dirlo, un altro punto di vista sulla stessa cosa. Cioè: il lusso acquistato coi soldi a badilate ha stufato. O non ce la si fa più a permetterselo o – se ancora si può – possiede l’acre, esecrando aspetto dello schiaffo in faccia a quella folla che invece non ce la fa. Dunque ecco il senso del glam cheap, del cheap and cool: cose belle, invenzioni geniali, novità fascinose, luoghi d’estrema gradevolezza, ma a costi contenuti. Quindi alt, stop, grazie e ciao: col nuovo anno prometto un cambio di direzione in questo “C’est Super”. E’ un blog sul bien vivre, e ci tengo a mantenere l’impronta. Ma proverò a cercare episodi e luoghi per una “bella vita” possibile, attuabile, e non ridicolmente dispendiosa. Magari anche un po’ cara, qualche volta, ma in questo caso dove quel che si paga valga fino all’ultimo centesimo la spesa.
Una gita a Torino, una cena al Magorabin. Per portarmi avanti con i propositi del 2009, ho cominciato quando il 2008 non era ancora finito, con una due giorni a Torino. Torino è una città bellissima e piena di cose interessanti: mostre, musei, arte antica e contemporanea, eventi, tradizione e ricerca gastronomica, librerie, cinema, musica, caffè storici, arredi urbani d’artista, parchi, localini e localacci, scienza e tecnologia, editoria dotta e letteratura pop. Ci sono andato a fare un giro in quell’interregno, in quella quasi-settimana sospesa tra S. Stefano e l’ultimo dell’anno. A proposito di Glam Cheap: lo sapete che periodi come questi sono considerati talmente a-turistici per una città come Torino, che lussuosi hotel a quattro stelle offrono ottime stanze doppie a meno di 70 euro per notte? Leggi: meno di 35 euro a notte per persona, in un 4-stelle-4. Basta spendere 5 minuti su internet a cercare. E a Torino, in questi giorni, c’erano cose imperdibili. Matthew Barney alla Fondazione Merz, una collettiva di arte contemporanea tra il castello di Rivoli e la Fondazione Re Rebaudengo, per esempio. E un ristorante che puntavo da un po’, il Magorabin.
Che bella serata. Al Magorabin il servizio in sala è curatissimo, con ragazzi eleganti in completo grigio ad accoglierti, misurati e ossequiosi. La sala è raccolta, un numero contenuto di tavoli molto ben spaziati, direi per 30 clienti al massimo. L’arredo è caldo, con un tocco di tradizionale affiancato a un tocco di design modernista. Insomma c’è l’idea del lusso ma con niente che metta a disagio, niente che sappia di ostentato o di imposto da arredatori d’interni in preda a manie di grandezza o trip per l’oriente. La mise en place ne consegue: elegante, moderna ma, come dire: educata e cordiale. I menù li illustra Simona Beltrami, moglie del giovane chef Marcello Trentini, e anche a lei va il plauso per la perfetta miscela tra fascino, cordialità, misura e calore. A propositò di menù, Magorabin si allinea perfettamente alla tendenza che mi pare di veder diffondersi qui e all’estero: stop alle degustazioni-fiume sopra ai 100 euro, numero contenuto di piatti, porzioni abbondanti, costi sensati. Qui c’è il menu “tradizione” a 35 euro per 4 portate. Un altro – quello di mare – a 48 per 4 portate. E infine, per chi vuole strafare, uno con 7 portate a sorpresa a cura dello chef, ma solo a 60 euro. Oppure ancora si va alla carta, e i costi oscillano tra i 15 e i 20 euro a piatto, con pochissime eccezioni. E anche la carta dei vini offre una selezione ampia, con costi che – sulle etichette che riconosco – sono direi miracolosamente quasi identici a quelli che trovate in enoteca, e dunque senza ricarico. Poi aperitivo offerto ben dentro la tradizione: champagne con uno spruzzo di vino aromatico, ottimo e fantasioso cestino del pane e burro mantecato e aromatizzato da spalmare. Anche preantipasto e piccola pasticceria per chi prenderà il caffè saranno offerti. E anche coperto, acqua: tutto compreso nel prezzo. Insomma, voglio dire: rituali, stile e classe da Super Restaurant, ma a prezzi onestissimi, per un conto umano, ragionevole, affrontabile. Ricordo con particolare sdilinquimento il coniglio con gamberi in pastella e crema di peperoni. O l’agnello su crema di piselli e salsa alla liquirizia. Belli, elegantissimi nella presentazione, colorati e armonici, lussureggianti al palato. Sì, mi è molto piaciuta la cucina di questo bel ristorante accogliente, aperto già da 6 anni e che dal 2009 entrerà nel prestigioso circolo dei Jeunes Restaurateurs d’Europe. Trentini cucina con i piedi saldi per terra, cioè conscio della tradizione golosa piemontese, su cui applica variazioni e invenzioni sensate, di buon gusto, per niente frou-frou ma anzi ricche di intelligenza, di classe, di stile. Abbiamo terminato la cena a fatica, satolli dopo portate abbondantissime, sia per chi ha scelto di andare alla carta sia per chi ha preso i menù degustazione. Trentini è uscito a salutate a fine serata, e abbiamo chiacchierato a lungo. Ho scoperto che ha i dreadlocks. Ho scoperto che legge Chuck Palahniuk. Ho scoperto che ogni giorno per lui è occasione di ricerca e invenzione, e che il menù di oggi avrà sempre qualcosa di diverso da quello di domani. E ho scoperto, pagando il conto e uscendo, che il mio cuore non era afflitto (come da Bulgari o come da Cracco per esempio) da quella pesantezza – chiamala rimorso, se vuoi – per aver speso troppo. O più del lecito, ecco. No, non è esattamente Glam Cheap, Magorabin. Alla fine 40, 50 anche 70 euro a testa li puoi tirare fuori, e lo so che su scala assoluta non è poco. Ma li vale tutti. E mangiare qui è un piccolo lusso, un moderato strappo alla regola che anche di questi tempi durissimi ci si può concedere senza scatenare un bombardamento atomico sul proprio conto in banca.
PS: l’immagine di questo post è tratta dal sito www.viaggiatoregourmet.com, alle cui eccellenti recensioni fotografiche rimando volentieri per quel che riguarda i dettagli, i tecnicismi e la pletora di informazioni che qui, giocoforza, lascio fuori
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