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C'est Super! Il blog sul bien vivre di Piersandro Pallavicini |
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Una buona notizia sul razzismo, per il mondo che verrà. |
19 gennaio
2009 |


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Milly e Molly sono le protagoniste di una serie di libri per bambini. Sono due bimbe, una bianca e bionda, l'altra nera con i capelli neri. Si vestono coloratissime, e indossano vestiti identici di taglio e fattura, però colorati in modo diametralmente opposto. Le loro avventure hanno sempre un carattere educativo e informativo. Nei libretti che ho avuto modo di vedere, l'elemento della diversità del colore della pelle non è trattato. Che siano una bianca e una nera appare come marginale, anzi incidentale, e si parla d'altro. Il merchandising della serie propone anche Milly e Molly di pezza. Due bambole minute e carine che mia figlia Francesca ha da tempo nella sua batteria di giochi.
Francesca frequenta l'ultimo anno di asilo alla scuola materna “Negri” di Pavia. Ha due maestre eccellenti. I bambini, nella sua scuola, sono quasi esclusivamente italiani: Pavia è una città con un'immigrazione molto contenuta, e il nostro quartiere, in particolare, ha una bassissima percentuale di cittadini immigrati. Ugualmente, le due ottime maestre – che i bimbi chiamano amichevolmente Anna verde e Anna blu – hanno fatto della serena convivenza tra i popoli e dell'abbattimento del concetto di diversità due dei punti su cui lavorare di più.
Che sia un periodo in cui chi ci governa (o almeno una parte) sta tentando di rimarcare – anziché smorzare – le differenze, è sotto gli occhi di tutti. Che si parli di una tassa da 50 euro sul permesso di soggiorno, o di una fidejussione di 10000 per aprire un'impresa se sei extracomunitario, è una questione che poco riguarda il risanamento delle casse italiane e molto riguarda il ribadire il ruolo di “Difensori dell'italianità contro l'invasione barbarica” che appartiene ai leghisti. Che ci sia da difendere l'italianità – o per meglio dire un insieme di valori che dovrebbero essere quelli fondanti della società democratica europea – dalla poca considerazione verso di essa che risiede nell'immaginario e nella cultura di molti di quelli che migrano qui, ebbene: temo che sia cosa vera. Ma di certo non lo si fa con questi odiosi apriorismi. Di certo non lo si fa con l'atteggiamento di chi vede una pelle di colore diverso e ne trae la conclusione che anche quel che sta sotto quella pelle, e dentro la testa dell'individuo, sia automaticamente diverso, sbagliato, da allontanare.
Francesca, mia figlia, ha appena rovistato nel cestone dei giochi. Ne sono uscite Milly e Molly, le bamboline. Sì, le stesse che vedete qui sopra nella foto. La Franci le ha prese in mano, studiate, guardate sopra e sotto, rigirate. “Certo che le hanno fatte proprio diverse” ha detto. Mia moglie, che era lì, non ha battuto ciglio. Ha contato fino a dieci, e pensato “andiamoci piano e, se è il caso, rispieghiamo per bene le cose.” Sì, ri-spieghiamo, perchè è anche nostra attenzione di genitori spiegare ogni giorno, qualora se ne presenti l'occasione, il concetto che la diversità tra gli esseri umani non è certo una questione di colore della pelle. “Diverse” ha infine chiesto con calma mia moglie, a nostra figlia. “Diverse perchè?” “Ma non lo vedi che le hanno vestite una il contrario dell'altra?” ha detto la Franci.
Sì, un po' saremo stati noi, ma sono sicuro che il più lo abbiano fatto le brave Anna blu e Anna verde all'asilo, con la loro intelligenza, cura, perseveranza, moderazione. Ed eccola qui, allora, la buona notizia: l'Italia non è solo sfascio, cialtronismo, odio e approssimazione, ma c'è qualcuno - o forse molti - che lavora, e bene, e nei posti giusti, a formare le generazioni future per un paese non solo meno razzista, ma anche senza preconcetti. Dove la pelle dell'altro, alla fine, nemmeno la vedi.
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