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C'est Super! Il blog sul bien vivre di Piersandro Pallavicini |
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African Inferno: in un romanzo, l'immigrazione e il razzismo in Italia come non erano ancora stati raccontati |
29 gennaio
2009 |


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African Inferno è il mio nuovo romanzo. Atomico Dandy, il precedente, era uscito nel 2005. Sono passati quasi 4 anni. Al di la dei tempi dei meccanismi editoriali, ci ho messo quasi 3 anni a scriverlo. E' un romanzo sull'Africa in Italia, sull'immigrazione "invisibile", che non fa notizia, quella che lavora, vive, ama, fa amicizia, gioca con noi: in fabbrica, in ufficio, a scuola, in università, al cinema, in discoteca, sul pianerottolo di casa. Un Africa che non è ancora stata raccontata, in un romanzo, da nessuno. Così come nessuno, io credo, aveva ancora raccontato la doppia faccia dei preconcetti e del razzismo: i nostri, tanti e atroci, su di loro, e i loro, tanti e imprevedibili, su di noi. Perchè l'ho scritto io, questo Primo Romanzo? Beh, la mia vita, benchè tutta italiana, è intrisa di Africa. Per dire una cosa, io, come il protagonista di African Inferno, ho chiesto a un caro amico congolese di essere il padrino al battesimo di mia figlia. E di Africa me ne sono occupato, prima in gruppi di volontariato pro l’immigrazione, poi con una casa piccola casa editrice militante, Edizioni dell’Arco, che fa editoria di strada principalmente con scrittori e venditori africani. E ho amicizie africane, vere, intense e usuranti, che vivo quotidianamente, qui nella mia città e nel mondo. Mi sembrava pazzesco che nessun grande editore avesse ancora in catalogo un libro dove uno scrittore italiano con una solida bibliografia alle spalle raccontasse proprio di questo. In fondo è uno dei temi sociali che più ci riguardano, in questi ultimi anni. E intendo dire proprio l’immigrazione (africana o meno) non dell’emergenza, ma quella che lavora, vive, ama, studia, passa il tempo accanto a noi. L’immigrazione vera, per fortuna, non è quella dei barconi e dei clandestini. L’immigrazione numericamente più abbondante è quella di cui non si parla nei telegiornali, perchè conduce una vita normale e regolare, dunque invisibile. Ma ugualmente, anche questa immigrazione normale, soprattutto quella nera, merita mille romanzi: perchè le storie che si porta dietro sono mervagliose e sorprendenti, ed è finalmente cominciato il reciproco studiarsi, capirsi, mettersi in relazione, integrarsi. Tutto sommato, quel che ho soprattutto raccontato in African Inferno è come poco ci capiamo. Come siamo razzisti noi, e come sono razzisti loro verso di noi. Quali sono le cose su cui sbagliamo noi italiani, tante, e quali sono le cose su cui chi è fresco di immigrazione dall’Africa ha idee purtroppo spesso radicalmente diverse rispetto a quelle considerate “politicamente corrette” in Europa. E' un libro dove chi legge si diverte, credo: non ci sono teoremi, non ci sono dichiarazioni d'intenti, messaggi col megafono, didascalie. Mi sono messo con i miei personaggi dentro una storia italiana, provinciale, familiare, comica e drammatica. E ho provato a vedere dove andassero a finire le cose, mentre i miei personaggi davano prova di tutto il bene e di tutto il male che italiani e africani pensano gli uni degli altri. Perchè Inferno? Mistero, enigma e batticuore... :o) Lascio la scoperta al lettore. |
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I vostri commenti
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Il commento di alfredo antonaros |
5 marzo
2009 |


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Caro Piersandro, ho finito di leggere il tuo lbro. Questo spazio in cui scrivere è appena un francobollo: ci stanno poche delle tante cose che vorrei dirti. Ci stanno solo i saluti di una cartolina. Ma due sono le cose che più mi preme dirti: 1)mi hai divertito, emozionato e fatto pensare. 2) a pg. 248 scrivi " Ce l'ho il coraggio?" chiedo a me stesso (...) "Può quello che vuole..." E' così. E' il coraggio di questo libro, la sua vera energia. E tu, quando scrivi, sei uno che può quello che vuole. Grazie. Un caro saluto, Alfredo Antonaros |
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grazie per alfredo antonaros |
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Caro Alfredo, quanto mi fa piacere leggere queste tue parole! Ti mando un abbraccio telematico e virtuale, con stima, con affetto. Spero di incontrarti davvero, presto, e di poter sperimentare dal vivo tutta quella cortesia, affabilità, squisitezza, che irraggi anche così, qui, dentro il semplice "form" per i commenti di un blog |
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Il commento di alfredo antonaros |
12 febbraio
2009 |


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Caro Piersandro, ho il tuo lbro in mano. Lo sto leggendo. Per ora è un viaggio di quelli buoni e provocanti. Arrivato alla meta, ti manderò una cartolina. Antonaros |
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Sandro per alfredo antonaros |
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Carissimo Alfredo! Che piacere trovare un tuo messaggio qui... E che bello sapere di essere in viaggio con te. :o) Un abbraccio, en attendant la tua cartolina |
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