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Fenomeni e fonemi: il blog di Tommaso Giartosio |
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Ultime letture, 2 |
23 dicembre
2004 |


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Titolo: “Galateo, ovvero De’ costumi”, edizione BUR Rizzoli a cura di Claudio Milanini e con una splendida prefazione di Giorgio Manganelli
Autore: Giovanni Della Casa
Genere: Satira di costume
Il libro: E’ la risposta conservatrice, anticipata di qualche secolo, al “Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl'Italiani” di Leopardi. Secondo Giacomo gli italiani non debbono rispettare una regola universale di bon ton, un galateo, perché in Italia non esiste una buona società. Della Casa (per inciso: nome perfetto) dimostra invece che da noi non ci sono altro che salotti e salottini, non abbastanza “buoni” ma potentissimi. Viviamo in una miriade di panopticon provinciali. Secondo il poeta, in Italia c’è anche troppa libertà di costumi; secondo il vescovo (nonché poeta, d’accordo...), devono goderne solo i pazzi e i poeti. Nel 1829 Leopardi progettava di scrivere un “Galateo morale”. Come dire: quello che già abbiamo è immorale.
La frase: pag. 75 (cap. ix): “Non istà bene di essere maninconoso né astratto là dove tu dimori; e comeché forse ciò sia da comportare a coloro che per lungo spazio di tempo sono avvezzi nelle speculazioni delle arti che si chiamano, secondo che io ho udito dire, liberali, agli altri senza alcun fallo non si dee consentire; anzi quelli stessi, qualora vogliono pensarsi, farebbono gran senno a fuggirsi dalla gente.”
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