 |
Fenomeni e fonemi: il blog di Tommaso Giartosio |
 |
 |
 |
 |
Poche righe |
30 dicembre
2004 |


 |
Scusatemi, non ho proprio voglia di aggiungere nuovi post in questi giorni. Ci sono catastrofi (di origine naturale o umana) che sterminano in modo quasi indiscriminato, perché immediato: il terremoto o il bombardamento che radono al suolo interi palazzi. Altre, come le carestie, forzano il corpo finché non cede, e per questo uccidono soprattutto i corpi più deboli. La rovina di cui leggiamo, invece, è stata insieme immediata e selettiva. Come sapete, in pochi minuti ha fatto strage soprattutto di bambini. La vedo come un'enorme mano che tappa piccole narici. Il gioco ad appozzare il compagno di quando eravamo piccoli, portato su scala enorme e omicida. Non riesco a non pensare continuamente a due cose: quanto è meraviglioso un bambino, quanto è facile ucciderlo. Questa congiunzione - la speranza del mondo e la sua assoluta uccidibilità - mi dà prima nausea e poi disperazione. Forse la potenza dei bambini sta anche proprio nella loro impotenza, ma non riesco ancora a dirmelo. Non ad alta voce. Tornerò a scrivere il primo gennaio.
Donate. Io raccomando l'UNHCR: United Nations High Commission for the Refugees. Si può chiamarli al numero 800-298000. O scegliete un'altra agenzia. Ma donate. |
|
|
|